Un aumento non ortodosso del tasso di interesse del 12% da parte della banca centrale ungherese dovrebbe essere un vincitore per gli investitori stranieri nel mercato dei titoli di Stato in valuta locale da 930 miliardi di euro. La mossa della scorsa settimana aveva lo scopo di prevenire un ulteriore deprezzamento del fiorino. Questo è uno dei tre elementi necessari per abbassare i rendimenti e aumentare i prezzi del debito pubblico.

Gli altri due elementi da tenere d’occhio sono la politica fiscale e il rilascio dei fondi dell’UE. Il primo sembra ben ancorato. Il governo ha mostrato determinazione nel contenere la spesa. Il rilascio dei fondi dell’UE è meno assicurato. Il governo sembra fiducioso che ciò accadrà a dicembre. L’UE deve ancora dirlo.

La mossa della banca centrale ha avuto due effetti immediati. Il fiorino è salito alle stelle contro l’euro. È aumentato di quasi il 4% dall’aumento del 14 ottobre. Anche i rendimenti obbligazionari sono aumentati con il calo dei prezzi, con il rendimento del benchmark a 5 anni in aumento di 0,6 punti percentuali al 12,23% nell’ultima settimana, secondo i dati Refintiv. Il governo spera che la valuta mantenga i suoi guadagni e che i rendimenti obbligazionari diminuiscano. Ha una possibilità.

Venerdì, la banca centrale ha ampliato il suo “corridoio dei tassi di interesse”, tra il tasso ufficiale invariato al 13 per cento e il tasso sui prestiti garantiti overnight, in rialzo di 9,5 punti al 25 per cento. La struttura di deposito di un giorno offre il 18%, che la banca può raccogliere a piacimento. L’obiettivo è aspirare liquidità dai mercati valutari e interbancari. Questa è una cattiva notizia per gli investitori che hanno shortato il fiorino da quando la banca centrale ha interrotto il ciclo di inasprimento dei tassi ufficiali il mese scorso.

La banca ha anche affermato che offrirà valuta estera direttamente agli importatori di energia, prendendo un’ulteriore fetta del mercato. La bolletta ungherese per l’energia importata è di circa 12 miliardi di euro; a parte questo, avrebbe un avanzo di conto corrente di quasi 3 miliardi di euro. È molto più esposto all’aumento dei costi energetici e ha molto meno spazio per diversificare le forniture, in particolare lontano dalla Russia, rispetto ad altri paesi vicini.

Nel complesso, la banca spera che le sue misure rafforzino il fiorino e lo aiutino a combattere l’inflazione tenendo sotto controllo i prezzi all’importazione. Questo, insieme alla disciplina fiscale, dovrebbe essere positivo per gli obbligazionisti. Il resto spetta a Bruxelles.