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Sembra che solo ieri le politiche verdi fossero in marcia. Se non fossero stati gli Stati Uniti ad approvare la più grande legge sul clima del mondo la storia del paeseè stata l'UE a legiferare sulla prima grande carbon border tax al mondo o il Regno Unito a impegnarsi a porre fine alle vendite di nuove auto a benzina e diesel entro il 2030.
Il progresso verde è stato particolarmente notevole in Europa. Entro il 2022, la produzione di energia rinnovabile nell’UE ha avuto un boom così forte come quello solare ed eolico ha superato il gas per la prima volta. Le emissioni dell’UE sono crollate dell’8% nel 2023, il calo annuale più ripido degli ultimi decenni al di fuori del 2020.
Ma mentre le promesse sul clima stavano diventando realtà, l’inflazione stava alimentando le preoccupazioni sul costo della vita. I partiti populisti “zero-scettici” ne hanno approfittato per denunciare le politiche verdi come un costoso complotto elitario contro i lavoratori.
Mentre il 2023 si trasformava nel 2024, la marcia verde cominciò a inciampare. Le aziende si sono allontanate dagli obiettivi verdi. La Germania ha annacquato una controversa legge sulle pompe di calore che aveva contribuito a spingere i numeri dei sondaggi del partito di estrema destra AFD superiore al 20 per cento. Bruxelles ha annullato il piano per dimezzare l’uso dei pesticidi. I partiti verdi sono stati battuti alle elezioni del Parlamento europeo di giugno.
Nel Regno Unito, l’ex governo conservatore ha posticipato il divieto sulle nuove auto a benzina e diesel al 2035.
Eppure i conservatori hanno comunque subito una schiacciante sconfitta elettorale contro il partito laburista, che si è impegnato a ripristinare l’obiettivo del 2030 ed è ancora impegnato in un’ambiziosa agenda di decarbonizzazione.
Ciò ci ricorda che il greenlash ha dei limiti, così come l’implacabile attacco della Cina verso la supremazia dell’energia verde. Ma con l’amministrazione Trump entrante che dovrebbe invertire le politiche climatiche, e con il populismo che non mostra segni di allentamento in Europa, è chiaro che le difficili politiche ambientaliste non sono affatto finite.