Come prendere un rigore e come pararne uno? Con la fase a eliminazione diretta della Coppa del Mondo che inizierà sabato, queste domande potrebbero decidere chi vincerà il trofeo. Al torneo del 2018, quattro partite negli ottavi di finale sono state pareggiate dopo 120 minuti e vinte ai calci di rigore. Questa volta, alcune squadre si sono preparate meglio che mai. Altri no.
La prima cosa da sapere è come tirano i tuoi avversari. In generale, ogni calciatore deve rispondere a una domanda: aspetti che il portiere si muova? Lo fa il croato Luka Modrić. Corre lentamente, a testa alta, osservando il portiere per la minima indicazione – anche un tacco alzato – di come si muoverà. A quel punto, Modrić tocca la palla dall’altra parte. Ha convertito 21 dei suoi 24 rigori in carriera, o l’88%, secondo Transfermarkt. Il tasso di conversione a livello di calcio è sceso nell’ultimo decennio dall’82% a circa il 75%, probabilmente perché l’analisi dei dati aiuta le squadre a decifrare i calciatori avversari.
Un portiere che affronta Modrić o il polacco Robert Lewandowski vorrà rimanere immobile il più a lungo possibile. Venerdì contro il Ghana ha funzionato per l’uruguaiano Sergio Rochet: non ingannato dal lento approccio di André Ayew, ha scelto l’angolo destro, contribuendo a mandare l’Uruguay agli ottavi a spese dei ghanesi.
Il capo rigorista inglese Harry Kane richiede un metodo diverso, perché non controlla il portiere. Il suo ex allenatore di club José Mourinho una volta disse: “Harry decide . . . qualche giorno prima della partita come la prenderà e poi passa tre o quattro giorni prima della partita ad esercitarsi su quel tiro e lo adoro. Kane varia bene la direzione dei suoi rigori, quindi un portiere deve scegliere un lato più o meno a caso e tuffarsi all’istante. Buona fortuna: il tasso di conversione di Kane è dell’85%.
I kicker minori a volte oscillano tra la strategia di Kane e Modrić. Un esempio è il francese Antoine Griezmann, che ha sbagliato cinque dei suoi ultimi sette tiri dal dischetto.
Anche l’argentino Lionel Messi ha un difetto nel suo approccio che risulterà evidente agli analisti che studiano le sequenze piuttosto che limitarsi a contare quanti rigori vengono piazzati in ogni angolo: raramente ripete il suo ultimo calcio. La scorsa settimana Messi ha segnato alla destra del portiere saudita, poi ha colpito un tiro ben assestato alla sinistra del polacco Wojciech Szczęsny, che ha parato. Il miglior calciatore del mondo ha un tasso di conversione dei rigori in carriera nettamente medio del 77%, secondo Transfermarkt. Il suo rivale, il portoghese Cristiano “Penaldo” Ronaldo, è migliore di sei punti percentuali.
Ma questi sono specialisti e ai rigori una squadra deve scegliere cinque calciatori. I giocatori che normalmente non tirano mai i rigori si ritrovano improvvisamente a fare la lunga e solitaria camminata per prendere il calcio di una vita. Sotto stress estremo, pochi osano aspettare gelidamente la mossa del portiere. Invece, i calciatori inesperti tendono a colpire il rigore più semplice: un tiro al loro “lato naturale”, che per un calciatore destro significa destra del portiere. Il tasso di conversione storico nei rigori della Coppa del Mondo è solo del 70,3%, calcola fornitore di dati Opta.
Gli olandesi hanno designato uno dei loro tre portieri come “penalty killer”, ma non rivelano chi sia. Se non si tratta del titolare Andries Noppert, l’allenatore Louis van Gaal potrebbe assumere lo specialista poco prima dei rigori, come ha fatto con Tim Krul ai Mondiali del 2014 contro il Costa Rica. Krul stava torreggiando su ogni calciatore avversario, parlandogli in modo volgare, e l’olandese vinse.
Quello era un caso in cui l’aura di un portiere intimidiva gli avversari. Uno dei beneficiari di quello in Qatar potrebbe essere lo svizzero Yann Sommer, che è passato da tiratore medio a tiratore di rigori: da settembre 2019 ha parato cinque degli 11 affrontati in tutte le competizioni.
L’Inghilterra ha sofferto più angoscia di rigore forse di qualsiasi altro paese tranne la Spagna. Quando Gareth Southgate è diventato il loro manager nel 2016, avevano perso cinque rigori consecutivi. Southgate, che a sua volta ha mancato il calcio decisivo dell’Inghilterra nella semifinale di Euro 1996 contro la Germania, ha cercato di ricreare l’atmosfera dei rigori durante gli allenamenti. Ai suoi uomini è stata anche insegnata una statistica chiave, scrive Paul Hayward in Calcio inglese: la biografia. “I giocatori che prendono una rincorsa lenta segnano l’80% delle volte, mentre quelli che corrono più velocemente convertono solo il 60%”.
Southgate ha rimosso alcune responsabilità dai suoi giocatori scegliendo lui stesso i kicker dell’Inghilterra. Questo bandisce lo spettacolo di un allenatore che supplica i giocatori esausti e stressati di provare, come ha fatto l’allenatore della Spagna Fernando Hierro contro la Russia nel 2018. L’attaccante Diego Costa è stato ripreso dalle telecamere che avvertivano di non scegliere Koke. Hierro ha insistito: “Koke è buono”. Dopo che il centrocampista ha mancato e la Russia ha vinto, Costa ha ringhiato: “Te l’avevo detto”.
La scelta manageriale impedisce anche a rigoristi incompetenti, come l’inglese Raheem Sterling, di offrirsi volontari in modo controproducente. La squadra di Southgate ha battuto la Colombia ai rigori all’ultimo Mondiale. Ma i compiti a casa non possono garantire il successo: l’Inghilterra ha perso la finale di Euro 2020 ai rigori, forse sbalordita dalle dimensioni e dalla brillantezza del portiere italiano Gianluigi Donnarumma.
La fortuna conta nelle sparatorie. Ma per parafrasare il giocatore di golf Arnold Palmer, più squadre si preparano, più sono fortunate.