L’aumento dell’inflazione è stato un punto di svolta per le banche centrali. Alcuni anni fa, quando l’inflazione era ostinatamente bassa nonostante una serie di tagli ai tassi di interesse, le banche centrali hanno ampliato il loro kit di strumenti per sollevare l’inflazione. Ciò ha comportato acquisti di attività per migliaia di miliardi di euro. Con l’inflazione che accelera ai massimi storici nel 2022 e i tassi ufficiali in aumento, è giunto il momento di invertire questa misura straordinaria.

I programmi di acquisto di politica monetaria dell’Eurosistema, cioè della Banca Centrale Europea e delle banche centrali dei 20 Stati membri, nascono da un contesto di inflazione ben al di sotto dell’obiettivo del 2 per cento combinato con tassi di interesse storicamente bassi. Per adempiere al mandato di stabilità dei prezzi, all’epoca erano tollerati effetti collaterali negativi.

Le conseguenze della significativa impronta di mercato derivante dai nostri programmi di acquisto — circa il 40 per cento del debito pubblico è nelle mani dell’Eurosistema — sono sempre più visibili. La scarsità di garanzie sul mercato dei titoli di stato tedeschi è una distorsione significativa. Lo spiazzamento dei gruppi di investitori tradizionali, ad esempio nel mercato dei titoli garantiti da attività, rappresenta un altro effetto collaterale. Infine, un ruolo preminente e duraturo delle banche centrali nei mercati delle obbligazioni societarie e garantite può compromettere la liquidità del mercato e alienare gli emittenti dalla loro base di investitori tradizionali. Come principio generale, le banche centrali dovrebbero intervenire sui mercati finanziari solo nella misura necessaria ai fini della politica monetaria.

Oggi ci troviamo di fronte a circostanze diverse da quelle in cui è iniziato il programma di acquisto di asset (APP). L’inflazione eccessiva richiede una risposta determinata, che stiamo perseguendo nell’Eurosistema. I tassi ufficiali di riferimento sono il nostro strumento principale per orientare la politica monetaria su tale rotta. La riduzione del nostro bilancio supporta questo percorso restrittivo lungo la curva dei rendimenti. È giunto il momento per l’Eurosistema di ridimensionare la sua presenza sul mercato.

L’Eurosistema inizierà a ridurre la sua impronta di mercato diminuendo le sue partecipazioni nel portafoglio APP di una media di 15 miliardi di euro al mese tra marzo e giugno 2023. Ciò equivale a circa il 50 per cento dei riscatti previsti nelle sue partecipazioni APP durante questa fase iniziale del bilancio normalizzazione.

Dal punto di vista del funzionamento del mercato, ci sono buone ragioni per un approccio così misurato. In primo luogo, i mercati finanziari hanno registrato un’elevata volatilità e rendimenti in aumento dall’inizio del 2022, allungando i budget di rischio di molti investitori nei mercati del reddito fisso. In secondo luogo, la facilità di assorbimento di volumi obbligazionari più elevati rimarrà probabilmente strettamente legata alle prospettive dell’inflazione e al percorso atteso dei tassi di interesse. Infine, è probabile che una quota eccessiva dell’elevata emissione obbligazionaria di quest’anno nell’area dell’euro raggiunga il mercato nella prima metà dell’anno.

Diminuendo i nostri bilanci, entriamo nel territorio della stretta quantitativa, per la quale c’è molta teoria ma relativamente poca esperienza pratica a cui attingere. Questa è una sfida per le banche centrali e gli operatori di mercato.

Tuttavia, ci sono già prove crescenti del ritorno degli investitori sui mercati del reddito fisso. Rendimenti e cedole più elevati stanno creando incentivi e opportunità, non solo per acquirenti strutturali come assicuratori o fondi pensione, ma anche per investitori più sensibili ai prezzi. Molti investitori istituzionali, che negli ultimi anni hanno incrementato le parti più illiquide dei loro portafogli (come il settore immobiliare e le infrastrutture), potrebbero ora dare nuovamente un’occhiata più da vicino alle attività a reddito fisso dell’eurozona. Inoltre, gli investitori basati sul dollaro USA, tra gli altri, godono di ulteriori incentivi a investire in attività in euro grazie a meccanismi favorevoli di copertura valutaria.

Tutto sommato, sono ottimista sul fatto che un ritiro prevedibile e chiaro dell’Eurosistema dalle sue partecipazioni APP sosterrà la nostra lotta contro l’inflazione senza innescare turbolenze di mercato. L’Eurosistema rivaluterà la velocità e la portata delle sue azioni all’inizio dell’estate e, così facendo, potrebbe prendere in considerazione un percorso futuro più ambizioso.