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La Commissione europea ha raccomandato che l’UE avvii i colloqui di adesione con l’Ucraina questo mese, nel tentativo di segnalare sostegno al paese devastato dalla guerra prima che Budapest assuma la presidenza di turno del blocco, secondo persone vicine alla questione.
Kiev ha presentato domanda di adesione all’UE nelle settimane successive all’invasione su vasta scala della Russia nel 2022 e ha ottenuto lo status di candidato pochi mesi dopo, in una delle decisioni più rapide del blocco, catalizzata dall’aggressione di Mosca.
La guerra della Russia ha portato a una revisione del processo di allargamento dell’UE, poiché Ucraina e Moldavia sono diventati paesi candidati nel giugno 2022 e la Georgia alla fine del 2023, mentre i colloqui con alcuni dei sei candidati dei Balcani occidentali hanno subito un’accelerazione dopo anni di stasi.
La Commissione sta spingendo affinché i colloqui formali inizino con Kiev e Chișinău, capitale della Moldavia, questo mese per dare un segnale positivo ad entrambi i paesi sulle loro aspirazioni all’UE.
Venerdì ha riferito in una riunione degli ambasciatori degli Stati membri che l’Ucraina ora soddisfa i criteri precedentemente in sospeso, tra cui misure anticorruzione, restrizioni al lobbying politico, regole sulle dichiarazioni patrimoniali per i funzionari pubblici e protezione delle lingue usate dalle minoranze nazionali.
La Georgia, che nelle ultime settimane ha adottato una legge sugli “agenti stranieri” nonostante gli avvertimenti di Bruxelles, non ha ottenuto il via libera.
La raccomandazione di Bruxelles richiede l'unanimità di tutti i 27 governi dell'UE e l'Ungheria ha prontamente sollevato obiezioni alla riunione di venerdì, secondo un funzionario che ha familiarità con i colloqui. Budapest sostiene che Kiev debba fare di più per i diritti degli ungheresi che vivono in Ucraina.
Un dibattito formale sull'opportunità di avviare i colloqui si terrà la prossima settimana, hanno detto due funzionari.
I portavoce del governo ungherese non hanno risposto alle richieste di commento.
A dicembre il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ceduto al suo veto sulla candidatura dell’Ucraina, affermando che avrebbe avuto molte opportunità per bloccarla più avanti.
In passato ha ostacolato altre decisioni relative all’Ucraina, tra cui il conferimento al paese dello status di candidato all’UE e il ritardo di un pacchetto di aiuti da 50 miliardi di dollari.
Anche se alla fine ha ceduto alle pressioni di altre capitali, Budapest quest’anno ha rifiutato di rinunciare al suo veto sullo accantonamento del denaro dell’UE per fornire aiuti militari a Kiev.
L’Ungheria assumerà la presidenza di turno dell’UE dal 1° luglio, cosa che le darà ulteriore influenza nella definizione dell’agenda delle riunioni in cui si discuteranno questioni legate all’Ucraina.
Il Belgio, l’attuale detentore, sta andando avanti sperando di raggiungere l’unanimità e di tenere il primo round di colloqui di adesione il 25 giugno, prima di cedere il testimone all’Ungheria.