Come sanno gli esperti osservatori del mercato, anche il più moribondo dei felini può rimbalzare sul marciapiede. In effetti, la propensione per le azioni a mettere in scena brevi – infondati – rimbalzi in un mercato ribassista era in piena evidenza la scorsa estate negli Stati Uniti. Ma la recente forte performance delle azioni europee – con l’Euro Stoxx 600 in rialzo di circa il 10% dall’agosto 2022 – potrebbe rivelarsi più duratura.

Certo, è improbabile che le società europee registreranno utili forti nel 2023. La crescita degli utili per azione di consenso è di un misero 0,6%, secondo Sarah McCarthy di Bernstein. E anche quello potrebbe essere troppo alto, come ha recentemente avvertito Lex.

Non ci si può più aspettare che l’economia crolli. Ma è ancora probabile una lieve recessione. E i margini non riflettono ancora la compressione dovuta all’aumento dei costi di approvvigionamento.

In quel contesto, certamente cupo, alcuni settori otterranno probabilmente un rialzo dalla Cina, dove le restrizioni Covid-19 vengono rimosse più velocemente del previsto.

I beni di lusso sono uno di questi. LVMH, il colosso del settore, sta già scontando un forte 2023. Anche Richemont, l’orologiaio e l’icona della pelletteria Hermès sono esposti al consumatore cinese. Anche i gruppi di viaggio e di piacere dovrebbero trarne vantaggio: Tui è aumentato del 30% quest’anno, mentre IAG, società madre di British Airways, è aumentata del 28%.

La riapertura dell’economia cinese non è inequivocabilmente positiva per l’economia europea: porta con sé il rischio di un aumento dei prezzi delle materie prime, e quindi di maggiori costi di input. Il gas naturale liquefatto è particolarmente preoccupante, poiché la domanda dalla Cina potrebbe far salire i prezzi dell’energia europea per il prossimo inverno. Sarebbe una cattiva notizia per i settori ad alta intensità energetica, come i prodotti chimici, i fertilizzanti, il cemento e la produzione di acciaio.

Gli esportatori in generale dovrebbero fare bene. Le azioni tedesche hanno tradizionalmente sovraperformato le loro controparti europee quando la Cina ha sovraperformato il resto dell’Asia, come osserva Morgan Stanley.

Ci sono altri due motivi per non ignorare il recente rally delle azioni europee.

In primo luogo, sono relativamente economici, con guadagni previsti di 12,5 volte. Quando si intravede la fine di una recessione, il multiplo in passato è salito a 14-15 volte, secondo l’analisi di Bernstein.

In secondo luogo, i fondi azionari europei hanno subito deflussi netti da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, con una perdita di 100 miliardi di dollari nel 2022. Questa è una notevole domanda potenziale di azioni europee e nessuno vuole perdersi una ripresa.