Sblocca gratuitamente il Digest dell’editore
Sopra IL Nell’ultimo anno si è verificata una concentrazione senza precedenti di storie che lamentavano la concentrazione del mercato azionario. Questo è un altro.
“La leadership di mercato sta diventando sempre più malsana con un ulteriore aumento della concentrazione delle azioni questo gennaio rispetto allo scorso anno”, afferma JPMorgan nell’ultimo rapporto sulla strategia azionaria statunitense del suo team quantitativo:
Mentre il peso dei primi 50 titoli all’interno dell’S&P 500 rimane sostanzialmente invariato, i 10 titoli più grandi hanno continuato ad aumentare (ora al 33,1%) a scapito dei successivi 40 (fino al 35,8%) e dell’indice più ampio,
L’S&P 500 ponderato in base alla capitalizzazione ha battuto la sua versione equiponderata di circa il 3% da inizio anno rispetto alla sovraperformance di circa il 12% in tutto il 2023. Questa configurazione estremamente concentrata (massimo di 50-60 anni, paragonabile a Nifty-Fifties). intensifica la battaglia tra fondi indicizzati e fondi attivi. In particolare, rappresenta un grosso ostacolo per i gestori attivi nel riuscire a sovraperformare i benchmark ponderati in base alla capitalizzazione, data la ristretta gamma di opportunità di vincitori orientati verso le società a mega capitalizzazione.
Ecco le prove: lo scorso anno solo il 23% dei fondi core a larga capitalizzazione ha sovraperformato il proprio benchmark. La performance da inizio mese non è poi così negativa, ma per i fondi Manila e Growth è ancora ben al di sotto del livello del 2022.
Parte del problema è che i consulenti per gli investimenti e i fondi comuni di investimento hanno corso solo per restare fermi. JPMorgan rileva che gli attivi hanno aumentato l’esposizione ai “Magnifici Sette” dal primo trimestre del 2023, ma il loro ritmo di acquisti è rimasto indietro rispetto all’aumento del loro peso nel benchmark.
“Sulla base delle nostre stime, il peso attivo negativo per gli investitori istituzionali in Mag7 è aumentato ulteriormente fino a ~-3% rispetto alla composizione dell’indice S&P 500 nel 3Q23”, afferma JPMorgan.
Un’altra scoperta interessante è che tra i gestori attivi non tutti i Mag7 sono considerati uguali. Meta e Alphabet sono posizioni long consensuali. Tutto il resto è sottopeso, in particolare Apple:
. . .mentre la vendita al dettaglio adotta un approccio più “riempito”:
Dove si colloca la gestione attiva? Nei guai è dove, dice JPMorgan:
Anche se Mag7 rappresenta il 29% del peso dell’indice all’interno dell’S&P 500, la sua quota sugli utili totali attesi per il 2024 è pari al 21%. Tuttavia, rispetto alla crescita degli utili prevista quest’anno, il loro contributo è molto più significativo, pari al 34%. Se la leadership azionaria rimane ristretta nel 2024, i gestori attivi potrebbero ritrovarsi in un circolo vizioso in cui dovranno nuovamente competere con i fondi indicizzati a caccia di slancio ed essere costretti a inseguire un benchmark ancora più concentrato.
Il 2024 non doveva essere l’anno della selezione titoli?
Ulteriori letture
— Qual è esattamente il tuo problema con la concentrazione degli indici azionari? (FTAV)