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L’anno scorso gli investitori erano in uno stato d’animo piuttosto rialzista. Il fermento sull’intelligenza artificiale generativa e le elevate aspettative sugli utili aziendali hanno contribuito all’impennata dei prezzi delle azioni. La convinzione in uno scenario di “atterraggio morbido” per l’economia globale, in cui l’inflazione scende senza innescare un rallentamento significativo, è diventata mainstream. I trader hanno anche iniziato a scontare maggiori tagli dei tassi di interesse rispetto a quelli segnalati dai banchieri centrali, il che significa che anche le obbligazioni sono tornate alla ribalta. Quest’anno tutto l’ottimismo sarà messo alla prova.
Dopo nove settimane consecutive di guadagni, il principale indice azionario americano, l’indice S&P 500, ha iniziato il nuovo anno oscillando leggermente lateralmente. I solidi dati sull’occupazione e un dato sull’inflazione di dicembre più solido del previsto hanno offuscato le speranze di tagli dei tassi più rapidi e più drastici. Ma poi i dati deboli sui prezzi alla produzione di venerdì hanno nuovamente invertito l’umore. Anche le azioni e le obbligazioni globali hanno annaspato nell’acqua nelle ultime due settimane.
Le svolte e le svolte saranno una caratteristica dei mercati finanziari nel 2024. I trader si sono posizionati per risultati rosei, ma le prospettive economiche sono offuscate dall’incertezza e da diversi eventi geopolitici cruciali. Con l’evolversi della realtà, gli investitori dovranno ricalibrarsi costantemente.
Il passaggio ai tagli dei tassi sarà al centro dell’attenzione. Sebbene l’inflazione sia scesa più rapidamente del previsto, i politici hanno cercato di respingere i tagli aggressivi impliciti nei mercati dei futures. I membri del consiglio della Banca Centrale Europea hanno avvertito infrasettimanale che il ritmo della disinflazione probabilmente rallenterà nel 2024. Ma l’effetto ritardato dei tassi elevati sarà avvertito sempre di più anche dalle famiglie, dalle imprese e dai mercati del lavoro.
Entro la seconda metà dell’anno il percorso tariffario appropriato dovrebbe essere più chiaro. Fino ad allora, qualsiasi attenuazione della volatilità richiederà una riduzione del divario tra le aspettative degli investitori e delle banche centrali sui tassi di interesse. Nel frattempo, qualsiasi sforzo da parte della Fed di porre fine alla riduzione del bilancio dovrebbe sostenere i titoli del Tesoro statunitense, ma navigare sulla linea confusa tra una quantità di liquidità “ampia” e “abbondante” manterrà i mercati nervosi.
Al di là delle banche centrali, l’anno record per le elezioni avrà un impatto significativo sul mercato. Si recheranno alle urne più di 2 miliardi di persone in oltre 50 paesi. Le promesse di prestito pre-elettorale assumeranno maggiore importanza con gli investitori già preoccupati dagli ingenti deficit fiscali e dall’elevato debito pubblico. Con l’emissione di debito già in forte aumento, un contraccolpo del mercato obbligazionario rappresenta un rischio.
Le elezioni, anche negli Stati Uniti e a Taiwan – che si terranno sabato – potrebbero avere conseguenze globali significative. Una seconda presidenza di Donald Trump potrebbe essere molto più pericolosa della precedente. I sondaggi e i dibattiti elettorali manterranno i trader all’erta. E, sebbene i mercati abbiano preso con calma il conflitto Israele-Hamas, il rischio di un conflitto regionale in Medio Oriente è aumentato. Nel Mar Rosso, gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi e i contrattacchi di questa settimana da parte di Stati Uniti e Regno Unito hanno aumentato la volatilità del prezzo del petrolio. Quanto più a lungo persisterà l’interruzione, tanto più dannosa sarà per le catene di approvvigionamento globali.
Ad aumentare il nervosismo saranno le notizie aziendali, in particolare nel settore tecnologico. La corsa dello scorso anno per i titoli legati all’intelligenza artificiale generativa ha sollevato preoccupazioni sulle valutazioni elevate e sulla concentrazione del mercato. I titoli tecnologici “I magnifici sette” rappresentano oggi quasi un quinto del totale indice MSCI globale. Quest’anno, la crescente adozione e commercializzazione di modelli linguistici di grandi dimensioni metterà in luce se le ottimistiche scommesse sull’aumento della produttività dell’IA sono effettivamente supportate da prove. Gli investitori più attenti potrebbero portare a mercati azionari più instabili.
I mercati hanno l’abitudine di entrare negli anni elettorali con uno schema vacillante, per poi concluderli con una nota forte. Tassi di interesse più bassi, un’economia globale resiliente e il continuo entusiasmo per l’intelligenza artificiale potrebbero tutti fornire uno slancio al rialzo. Ma anche se alla fine il 2024 dovesse concludersi con prezzi azionari e obbligazionari più alti rispetto a quelli iniziali, il viaggio sarà accidentato.