La scorsa settimana ho provato a chiamare i miei genitori. “Hai composto un numero errato”, ha detto la donna dalla voce robotica. Sicuramente non era sbagliato, non qualcosa che avrei mai potuto sbagliare. Non è nemmeno sulla chiamata rapida: mi piace premere i numeri familiari, familiari. Che strano, ho pensato, ci deve essere un problema tecnico.

Pochi giorni dopo l’ho chiesto a mamma. “Oh sì, ci siamo sbarazzati della linea fissa”, ha risposto con distaccata disinvoltura. “Pagavamo molto per questo e ricevevamo solo chiamate di spam”.

Questo è tutto? Una sequenza numerica ordinata a caso, recitabile a velocità e impressa nella mia memoria, sparita proprio così? I miei genitori hanno la stessa casa e lo stesso numero di telefono da quando sono nato. La composizione di quel numero era un portale verso il luogo fisico fisso di casa. Ho provato uno strano senso di perdita. Stavo piangendo cifre.

Non tutti si sentono allo stesso modo, evidentemente. Nel Regno Unito, l’uso della rete fissa è diminuito di due terzi dal 2010, secondo Enders Analysis/Ofcom. E dato che solo il 17% dei giovani tra i 16 e i 24 anni usa la rete fissa, il futuro del numero di casa è appeso a un filo.

Sembra che la linea fissa stia seguendo la strada del Walkman, della macchina da scrivere, della penna d’oca, Bop! e tutte quelle altre tecnologie un tempo così profondamente radicate nella vita delle persone. Alla fine verranno utilizzati solo da eccentrici e nostalgici, ed esposti come reperti nei musei culturali. Mio figlio di 10 anni li ridicolizza definendoli “quei telefoni a banana”. Quindi cosa stiamo perdendo esattamente?

Per me, da circa 11 anni in poi, la linea fissa è stata un cordone ombelicale che mi ha permesso di allungarmi un po’, di vivere i miei primi sussulti di libertà. Avrei trascinato il cavo malconcio e attorcigliato dal corridoio sotto la porta della mia camera da letto, abbastanza lontano che se mi fossi seduto per terra con la schiena al muro i miei genitori non sarebbero stati in grado di sentire, o almeno così pensavo.

Tutte quelle lunghe conversazioni, le ore trascorse a pianificare e riprogrammare: “OK, ci vediamo alla stazione di Camden Town alle 7!” Il che ha innescato altre 15 telefonate per radunare il resto dei miei amici, che avrebbero controllato con i loro genitori, e poi avrebbero richiamato, a quel punto l’ora originale era quasi discutibile: “Non ce la faremo per 7, ci vediamo alle 7:30!” E andò avanti.


A rischio di suonare prematuramente antico (Ho 42 anni), ho visto tecnologie come l’iPod andare e venire senza nemmeno alzare le spalle. Ma la morte della rete fissa segnala un netto cambiamento sociale. Il telefono condiviso in cucina ci ha costretto a conversazioni imbarazzanti con i genitori dell’altro, ci ha insegnato a navigare in situazioni sociali difficili, a parlare in registri diversi.

C’era l’eccitazione e il terrore della chiamata o la mancata chiamata, il grido su per le scale di mia sorella, che spingeva a malincuore il telefono verso di me: “È Katie, di nuovo!” O peggio, l’allegro, “Il tuo ragazzo è al telefono!” Papà potrebbe essere un guardiano feroce e occasionalmente mortificante.

“Ciao, c’è Giulietta?”

“Sì”, avrebbe risposto. Lunga pausa.

“Posso parlarle?”

“No”, avrebbe detto, di fatto. “Richiama quando avrà finito i suoi GCSE.”

La mamma, invece, amava la chat, la comunicazione intergenerazionale forzata che lo smartphone sta mettendo a tacere. Ora, come genitore di un pre-adolescente, potrei fare a meno di alcuni strappati momenti di comunicazione con gli amici dei miei figli o anche di qualche origliare accidentale.

Ricordi anche l’intimità e la concentrazione di fare una telefonata quando non potresti anche fare shopping o salire sull’autobus? Ricevere una chiamata potrebbe essere un piacere, una sorpresa, un’attività serale di per sé.

Mia sorella ed io abbiamo complottato. Penso che chiederemo se possiamo resuscitare la linea fissa. Papà dimentica di portare in giro il cellulare e la mamma spesso non risponde. Ci manca anche il semplice fatto di chiamare “casa”. Non voglio dover scegliere quale genitore chiamare; Voglio la fortuna di non sapere chi risponderà e l’uguaglianza che ne deriva.

Sicuramente la nuova tecnologia può risolvere le chiamate spam. Dai, la battuta più bella di Hollywood non era “ET, telefono ‘mamma mobile'”.