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I ministri delle Finanze riuniti a Bruxelles non sono riusciti a raggiungere un accordo sulla riforma delle norme Ue sul debito e sul deficit pubblico, nonostante oltre otto ore di negoziati che si sono protratti fino a venerdì mattina.
Il mancato raggiungimento di un accordo sottolinea profonde divisioni tra i paesi dell’UE sulla politica fiscale, poiché le regole sospese durante la pandemia di Covid-19 entreranno in vigore a gennaio.
La Germania insiste su limiti più severi alla spesa nonostante sia stata rimproverata in patria per i propri strumenti di debito fuori bilancio, mentre Francia e Italia stanno spingendo per mantenere un margine di manovra secondo le nuove regole.
“Ora siamo d’accordo sul 95% del testo”, ha detto il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire. “Credo davvero che sul restante 5% potremo raggiungere un accordo entro la fine dell’anno”.
I disaccordi persistenti riguardano quanto dovrebbero essere rigorosi i limiti di spesa annuali e come trattare i costi del servizio del debito nel calcolare se un paese viola la soglia di deficit annuo del 3%.
“I deficit eccessivi devono essere ridotti, non giustificati”, ha affermato il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner.
Una possibile soluzione ora allo studio sarebbe quella di considerare gli elevati costi degli interessi sul debito pubblico come un fattore attenuante per il periodo dal 2025 al 2027, quando la Commissione europea valuterà i bilanci nazionali rispetto alle regole.
La Commissione ha già affermato che diversi bilanci nazionali per il 2024 non sarebbero in linea con le regole, note come Patto di stabilità e crescita, e probabilmente verranno sanzionati.
La Germania ha insistito per aggiungere “garanzie” alla proposta originaria della Commissione per garantire che i paesi riducano il debito in eccesso di un importo minimo annuo, nonché per limitare la spesa annuale per garantire che i deficit non superino l’1,5% del Pil.
Le richieste di Lindner sono state in gran parte accolte, anche se con riluttanza, ma permangono differenze sui numeri esatti. “Non abbiamo ancora un’intesa comune su quali numeri siano sufficienti”, ha affermato.
La Spagna, che presiede i colloqui, convocherà probabilmente un altro incontro ministeriale tra due settimane. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni si è detto “abbastanza ottimista” sul raggiungimento di un accordo entro la fine dell’anno.
I leader dell’UE che si incontreranno a Bruxelles la prossima settimana potrebbero anche cercare di dare slancio per un accordo, anche se l’ordine del giorno del vertice prevede diverse altre questioni irrisolvibili, tra cui l’opportunità di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e un controverso aumento del bilancio del blocco.