La polizia italiana ha arrestato il boss mafioso siciliano più ricercato del paese, ponendo fine a 30 anni di caccia a un gangster condannato in contumacia per una serie di omicidi, tra cui quello dei giudici dell’accusa antimafia nel 1992.

Matteo Messina Denaro, 60 anni, è stato uno degli ultimi di una generazione di boss mafiosi che hanno terrorizzato la Sicilia negli anni ’80 e ’90. È stato catturato in una clinica medica privata a Palermo, dove era stato sottoposto a cure, secondo quanto riferito per cancro.

Non ha opposto resistenza all’arresto, ha detto la polizia, e gli abitanti di Palermo si sono radunati per le strade e hanno applaudito per salutare la sua cattura.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha salutato il suo arresto di lunedì come “una grande vittoria per lo Stato che non si arrende di fronte alla mafia”.

Denaro, il capo del clan trapanese, era un membro del consiglio direttivo di Cosa Nostra, la mafia siciliana.

È stato condannato in contumacia per molteplici omicidi, comprese le autobombe che hanno ucciso i più importanti giudici dell’accusa antimafia italiana Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992.

È stato condannato per aver ordinato il rapimento di Giuseppe Di Matteo, il figlio di 12 anni di un mafioso diventato informatore della polizia. Il ragazzo è stato trattenuto per più di due anni nel tentativo di mettere a tacere suo padre prima di essere ucciso mentre suo padre continuava a collaborare con la polizia.